La pentalogia di Alexia Lèvy-Vroelant

Il personaggio della profiler-psicologa Alexia Lèvy-Vroleant nasce nel 2008… e come spesso accade, nasce per caso. In quegli anni avevo un’azienda di grafica e stampa… ed ero piuttosto stufo di quella vita e delle vessazioni che il nostro beneamato stato mi forniva quasi giornalmente. Un giorno, appunto per caso, lessi un articolo riguardante Second Life… un mondo virtuale… una Seconda Vita dove chi entra decide chi vuole essere.

La cosa m’incuriosì e creai il primo avatar: Arcantes Moyet… il cognome lo dava la Linden, l’azienda che gestisce tuttora Second Life, il nome lo sceglievi tu.

Entrai… e dopo un paio di settimane dove ho cercato di capire come funzionasse, mi accorsi che non era tanto diverso dal mondo reale, una manica di assatanati di sesso… memore di un esperimento che avevo fatto alcuni anni prima, quando c’era la chat Mirc e avevo creato un personaggio femminile: LadyG… decisi di riprovare anche in Second Life… ecco che nacque Alexy Solo. Come previsto, l’avatar femminile ottenne subito richieste di amicizia… ma non era quello il mio scopo, volevo capire come funzionava quel mondo virtuale.

Ecco l’idea… che insieme ad alcuni amici proposi una sera nella cucina del capannone dove avevo l’ufficio.

«Che ne dite ragazzi se creiamo il profilo di una scrittrice totalmente falso… e le facciamo manovrare l’avatar di Alexy?»

«Perché una scrittrice?»

«Perché ho intenzione di scrivere un thriller ambientato in Second Life e far credere che sia opera di Paola Dejaco… la scrittrice fantasma… in pratica invertiamo i mondi… reale e virtuale cambiano prospettiva… l’avatar sarà reale e la scrittrice una presenza solo di nome»

Ci sedemmo a tavolino e creammo Paola Dejaco… una italo canadese che non parla… non parla perché in Second Life, ormai da due anni c’era stato l’avvento del voice… ma dato che Alexy sarebbe stata gestita da me… era impossibile utilizzarlo, ancora non c’era la possibilità di utilizzare una voce sintetica.

Dotammo la Dejaco di una data di nascita, peso e altezza, giorni del ciclo… una nonna in Toscana e una cavalla… poi passammo all’avatar, avrebbe dovuto essere di una bellezza diversa da quelli in uso in Second Life. Ci aiutò Alessia… che aveva lavorato anche all’immagine di Vasco Rossi.

Dopo vari tentativi… tra cui uno bocciato con un perentorio: mi sembra un putanon… nacque l’Alexy che per circa due anni ha preso la scena in quel mondo.

Alexy cominciò a stringere amicizie varie… e cominciò anche la ricerca di chi c’era dietro di lei… ufficialmente Paola Dejaco… ovviamente si creò quell’alone di mistero dietro il fatto che lei scriveva e basta… niente voice. Su questo abbiamo basato il suo personaggio… spregiudicata, sessualmente disinibita e terribilmente curiosa… esattamente come l’Alexy di IM Imago Mortis.

Cominciai a scrivere il thriller… utilizzando parte delle vere chat che l’avatar realizzava con gli abitanti di Second Life… chat poi innestate nella trama del libro.

IM venne poi pubblicato e presentato in Second Life, riscuotendo parecchio successo.

Nel 2009 iniziai a scrivere il seguito: Parabellum… poi, vicende personali non mi permisero di continuarlo e lo lasciai lì… fermo a pagina 80.

Ma veniamo a cos’è IM Imago Mortis… in effetti IM, nel gergo del mondo virtuale significa Istant Messanger… un modo per comunicare privatamente tra avatar. IM è uno spaccato di Second Life… dove reale e virtuale si scambiano i ruoli… Alexia, la protagonista del libro, passa in secondo piano… tutto gira attorno all’avatar, che nel frattempo ero riuscito a far uscire dal suo mondo fatto di pixel… divenne una virtual model per alcune aziende della zona Sud di Milano, fino al contratto in esclusiva che la portò a girare uno spot pubblicitario mandato in onda nelle TV locali e nei cinema prima delle proiezioni.

L’avatar era uscito dal virtuale ed era entrato nella realtà.

E la Dejaco?

Di lei non si sapeva nulla…e questo ha generato tanta curiosità… cosa su cui avevamo contato fin dall’inizio.

In IM ho dimostrato come il virtuale è solo una delle facce di quello che noi chiamiamo realtà… e lo sviluppo dei social oggi, ne è la conferma.

Il thriller inizia con un omicidio… vero… durante le indagini, Luca Dettori, un Commissario di Milano, capisce che il tutto arriva da un mondo virtuale: Second Life… aiutato dal nipote crea un avatar e comincia a scavare in quello strano mondo.

Arriva ad Alexy, con la quale ha un rapporto decisamente conflittuale, tanto che la sospetta di essere lei l’assassina… IM si chiude con una scena che aprirà il seguito: Prabellum… ambientato sempre a Milano con delle digressioni a Roma.

Il terzo libro… Lakota… invece si svolge negli Stati Uniti… scritto insieme all’amico Bryan Torregiani, è il primo esempio in cui due scrittori fanno interagire i propri personaggi in un unico libro. In Lakota si scoprirà il motivo per cui Night Wolf ha quel soprannome.

Ecco, Night Wolf è un personaggio che i lettori troveranno fino al quinto episodio della pentalogia.

Dopo Lakota… esce Arcanum… un libro di denuncia sul problema della pedofila nella Chiesa Cattolica. Arcanum è un thrillerone con derive templari.

In Arcanum… Alexia Lèvy-Vroelant comincia ad avere dei dubbi sul proprio lavoro… gli è nata una figlia… Meggy, con la “e”… protagonista suo malgrado in Arcanum.

Passano gli anni ed Alexia rallenta il suo operare nell’FBI… ma una sera riceve una telefonata dal suo capo… ecco che nasce Jack is back, Jack è tornato.

Un caso che non è un caso, non essendoci cadaveri, ma solo foto di essi.

Meggy è cresciuta… cresciuta in parte nella riserva Lakota… cresciuta mezza indiana.

Jack is back vede la fine delle indagini da parte di Alexia, che si ritira dal ruolo di profiler dell’FBI per seguire la crescita della figlia.

Sono cinque libri consequenziali… dove il personaggio di Alexia è predominante… in effetti esite anche la traccia per un sesto, ma non credo che vedrà mai la luce.

Alexia ha fatto la sua parte… la rivedremo solo come coprotagonista di un episodio di un’altra serie… quella con Paul Morigi, nel libro Paura della Breva… un tributo a un personaggio che ho amato tantissimo e che tantissimo mi ha dato.

Fabio Pedrazzi