Cento anni dopo

Racconti per bambini, noir e Thriller, sembrano essere questi i generi preferiti da Vincenzo Ibba, classe 1956 e sardo doc che ha appena dato alle stampe “Cento anni dopo” edito, come gli altri suoi libri, dalla PlaceBook Publishing & Writer Agency. Ibba è un ingegnere che dopo aver svolto la libera professione ha insegnato in un istituto superiore. Dal 2021 però è in pensione e può dedicarsi alla sua passione per la scrittura. Proponiamo ai lettori questa sua breve intervista.

Perchè hai deciso di scrivere questo libro?

Come per tutti i miei libri, anche questo, che ha per titolo “CENTO ANNI DOPO”, è nato da un’idea che avevo. In questo caso prendendo in considerazione alcuni argomenti “futuristici” di cui spesso sento parlare, cercando di pensarli applicati nella pratica.

Come hai scelto il titolo?

Avevo in mente due titoli ma ho optato per il primo che mi è venuto in mente. Quello che ho ritenuto più accattivante perché da un’idea sul contenuto del romanzo.

Presentati ai lettori di Kukaos: chi è Vincenzo Ibba?

Sono nato e sempre vissuto a Samassi, un paese di circa cinquemila abitanti del Sud Sardegna.

Ho sempre fatto la libera professione di ingegnere e insegnato, e dal 2021 sono in pensione. Ora che ho un po’ più di tempo libero, quando ho l’ispirazione, mi siedo di fronte a un computer e scrivo (difficilmente pensando che un giorno possa diventare un romanzo), e quando posso ne approfitto per fare qualche viaggio.

Com’è nata la tua passione per la scrittura?

La mia passione per la scrittura è nata casualmente. Quando accompagnavo mia figlia in piscina. Faceva agonismo e dovevo aspettare diverse ore, perciò mi portavo compiti da correggere e lavoro riguardante la professione, ma avanzava sempre tempo. Fu allora che iniziai a scrivere sul piccolo portatile che avevo sempre appresso le prime frasi di quello che poi è diventato il mio primo libro: “Io e gli altri e gli altri io”.

Ma non avevo mai pensato che sarebbe diventato un romanzo.

Ti ispiri a qualche autore?

Anche se, come uno scrittore che ha letto il mio primo libro, tra le altre cose ha scritto le seguenti parole: “il romanzo di “viaggio”, di “ricerca” che ha tra i suoi epigoni almeno tre nomi davvero importanti del panorama fantascientifico mondiale. Il primo è Robert Shekley con “Il difficile ritorno del signor Carmody”, seguito dal più conosciuto Philip k. Dick, con il suo “Scorrete lacrime, disse il poliziotto” e, per chiudere l’opera principale di Douglas Adams, cioè la “Guida galattica per autostoppisti”. Tutti romanzi che toccando corde diverse – più drammatico quello di Dick, più giocati su un’ironia settecentesca alla Swift, gli altri due – propongono personaggi alle prese con un complicato e quanto mai difficile ritorno alla realtà da loro conosciuta. Il tuo romanzo è senza dubbio ascrivibile a questo genere di narrativa che, in un modo o nell’altro, trova le sue radici nell’Odissea. Si tratta invero di paragoni importanti ma ci stanno”, io non mi sono mai ispirato a nessuno. Nel mio piccolo cerco di esprimere me stesso, di essere originale.

Sei anche un lettore?

Di libri posso dire di averne letti tanti, anche se la maggior parte riguardanti la professione e la scuola. Il lavoro, purtroppo, mi ha sempre lasciato poco tempo libero, e anche ora che sono in pensione gli impegni non mancano, ma sto cercando di rimediare.

Quali consigli di lettura daresti ai nostri lettori?

Leggete, qualsiasi cosa, qualsiasi genere, ma leggete. Leggere è cultura, è sapere ed è indispensabile per non dipendere dai pensieri e dalle scelte degli altri.

Quanto c’è di te nei tuoi personaggi e nelle tue storie?

Credo che tutti i personaggi, in particolar modo i protagonisti, abbiano qualcosa, o forse molto, di me. Anche perché per scrivere ho bisogno di immedesimarmi in loro, perciò il comportamento, anche se immaginario ed estremizzato, rispecchia spesso e volentieri il mio.

Come promuoverai questo libro?

Ritengo che non sia semplice promuovere in larga scala un libro, ma farò un po’ come fanno tutti, soprattutto nei social, nei diversi gruppi di cui faccio parte e, come con questa, con qualche intervista. In questo caso, molto probabilmente farò qualche presentazione.

Ho anche un’altra idea, ma al momento non mi sembra il caso di svelarla. Come si dice… se sono rose fioriranno.

Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?

Sì, la tastiera è sempre lì che mi chiama. Sino a che ci sarà qualcuno che da lassù me li detta io continuerò, e proseguirò seguendo la scia che ho già lasciato. Chi ha letto tutti i miei libri ha potuto vedere che ho spaziato dalla narrativa umoristica e generale, al genere giallo (noir e thriller) nonché ai racconti per bambini, e sicuramente continuerò su questa strada.

Bianca Folino