Città in giallo

Gialli a puntante, non troppo lunghi, solitamente sulle 150 pagine o poco più e incentrati su una città tanto che alla fine sembra proprio questa la protagonista della storia scritta. E’ “Città in giallo” uno dei fiori all’occhiello della PlaceBook Publishing & Writer Agency, la collana di book fiction. Storie che andrebbero viste in televisione, pronte quindi per un adattamento. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore, Fabio Pedrazzi, in una breve intervista che proponiamo ai lettori.

Com’è nata l’idea di questa collana?

È nata per una mia mera esigenza… dato che come dice Claudia, sono uno scrittore compulsivo… mi trovavo spesso a non avere nulla su cui lavorare tra un volume lungo e l’altro… mesi senza scrivere… ecco che mi è venuta l’idea: gialli brevi a puntate, in modo da avere sempre qualcosa su cui lavorare.

E perché “Città in giallo”?

Città in Giallo perché l’idea è quella per cui anche il luogo diventa un personaggio… tanto che in certi casi diventa quasi più importante dei protagonisti. Ti racconto una cosa carina… il 2 di novembre di quest’anno, uno dei miei lettori è venuto a Roma da Ferrara per visitare i luoghi di Arcantes… via della Lungaretta, l’Osteria da Il Rugantino… la piazzetta a Trastevere… come vedi, il luogo è diventato un personaggio.

Quali erano le tue aspettative all’inizio?

A dire il vero nessuna… volevo solo un progetto che mi permettesse di scrivere.

E oggi, quante città ne fanno parte, per altrettanti autori?

Mi sembra che ci siano 19 città… alcune abbandonate dopo un paio di uscite, pazienza… ma altre belle vive e vegete… gli autori sono 19 come le città… per ora.

Tu quanti libri hai scritto per questa collana?

Sedici episodi… sedici storie con un filo conduttore che li unisce: la storia di Arcantes, Giulia, sua moglie e Martina, la figlia avuta da una relazione con Malika… chi è Malika? Un personaggio misterioso che appare e scompare in alcuni episodi.

Com’è nato il personaggio di Arcantes?

La prima volta che lo utilizzai erano gli inizi degli anni ’90, in un thriller intitolato Villa Ada… no, non quella di Roma, ma una villa sul Lago Ceresio. Quel libro è andato perduto… però il personaggio mi è rimasto dentro, anche se allora era un po’ diverso, fumava la pipa e non i Toscani… aveva un cane e una jeep Range Rover… e la sua compagna si chiamava Chiara.

L’ho voluto riprendere per Città in Giallo, modificandolo sul me stesso attuale… e devo dire che è piaciuto, ci sono parecchi lettori ormai affezionati a lui e alla sua ciurma.

Però lo hai fatto scivolare anche in altri tuoi libri…

Esatto… con Città in Giallo, come ho detto prima, forse sono arrivato alla fine della storia, però mi spiaceva abbandonarlo, così l’ho inserito nei Cigar Thriller… dove però il personaggio principale è il Vice Questore Marino Capobassi… e la sempre più acclamata Marina De Palma.

Perché hai deciso di scrivere le origini del personaggio?

Perché me lo hanno chiesto i lettori… e mi sembrava giusto farlo.

Ne Le origini di Arcantes narro la sua vicenda a partire da quando faceva il paparazzo con il suo mentore: Piero Pisoni, personaggio vero… come vero è Massimo Bianchi che racconto nell’episodio Porta Portese… come vere sono alcuni passaggi di entrambi i libri… Massimo era un mio grande amico e morì di overdose alla fine degli anni ’90… ed è vera anche la storia della Valigia di Piero… e di alcuni servizi fatti insieme.

Bianca Folino