Dal neolitico una collana

Pietre, conchiglie e due pezzi di ambra. Di questo era composta, oltre 2mila e 500 elementi, la collana che risale al neolitico ritrovata nella città di Ba’ja, in Giordania, a metà strada tra Mar Rosso e Mar Morto.

Il sito archeologico di Ba’ja

Cinque anni fa un gruppo di archeologi dell’università di Yarmouk mentre stava per lasciare il sito di Ba’ja perchè sembrava che i ritrovamenti non avessero nessun interesse ha visto un pavimento dipinto che coprimva una lapide, sotto la quale però c’era solo sabbia. Ad un certo punto hanno iniziato ad apparire delle perline e ad ogni spazzolata ne emergevano ancora. Alla fine delle operazioni è apparsa la collana realizzata con 2mila e 500 elementi e si trovava vicino alle ossa di un infante di circa 8 anni che assomigliava molto ad una ragazza. Gli archeologi hanno messo in luce come trovando diverse sfumature colorate sui resti, la ragazza con ogni probabilità è stata sepolta vestita. I resti sono stati datati e sembra che la ragazza visse lì quasi 8mila anni fa, ma non è stato possibile ricavare altre informazioni biologiche, circa la sua dieta o la sua salute.

La collana ricostruita

I pezzi sono stati ricostruiti in collana e studiando la fattura gli studiosi sono riusciti a risalire a materiali che arrivavano dal Sinai mentre le conchiglie con ogni probabilità arrivavano dal Mar Rosso. Questo aiuta a capire come il popolo di Ba’ja si recava fuori dai propri domini per raccogliere questo genere di materiale. Ma la fattura dice anche sull’artigianato dell’epoca che ci deve far ricredere sulle nostre conoscenze rispetto al periodo che vanno riviste. Siamo infatti abituati a pensare al neolitico come ad un periodo selvaggio e duro. Ma gli studi sul sito archeologico non sono finiti e procedono le analisi sui ritrovamenti nelle 15 tombe con la speranza che possano dirci ancora di più sul periodo.

Redazione