Dalla poesia alla prosa

“Il fiore di Donigala”, è questo il titolo del romanzo di Gabriele Mistrangelo uscito in questi giorni per la PlaceBook Publishing & Writer Agency. Mistrangelo, che arriva dalla Poesia, è milanese e nella sua città natia ha studiato e attualmente vive e lavora. Mistrangelo ha una grande passione per la cucina e per la lettura, tanto da definirsi un lettore “vorace”. Per la PlaceBook ha pubblicato tre libri, tutti in versi: Esopo 2000, Versi animaleschi e L’occupazione di Berchet. Proponiamo ai lettori una breve chiaccherata avuta con l’autore.

Presentati ai lettori, chi è Gabriele Mistrangelo?

Presentarsi è senza dubbio una cosa difficile per chi come me è molto riservato, tuttavia mi ci proverò. Sono nato a Milano dove ho fatto i miei studi, classici e linguistici. Ho fatto diversi lavori, attualmente lavoro per una cooperativa sociale e sono impiegato presso una ditta farmaceutica di Milano. Sono un lettore onnivoro: i miei generi preferiti sono la poesia classica e il romanzo storico.

Com’è nato il desiderio di approdare dalla poesia alla prosa?

È nato dal desiderio di facilitare il processo di scrittura. La poesia narrativa (ho un poema in ottave in cantiere da ormai undici anni) si compone molto lentamente, mentre il romanzo, che pure può raggiungere altezze elevatissime, si compone più in fretta.

Ti diverti di più a scrivere in prosa o in versi?

È un processo differente: mi diverto tanto a trovare una rima difficile quanto a impostare bene un dialogo o la trama.

Come hai scelto il titolo del tuo romanzo?

Il “ Fiore di Donigala” è uno dei soprannomi con cui viene chiamata la protagonista.

E perchè hai scelto di ambientarlo in Ogliastra?

Per questioni affettive. L’Ogliastra è la terra d’origine della parte materna della mia famiglia e io stesso ci ho vissuto. È stato naturale ambientarci la storia che avevo in mente.

Come e dove ti sei documentato?

Mi sono documentato sui libri e ho attinto alle tradizioni orali che ho potuto raccogliere e ai racconti dei miei familiari. In effetti, ho riempito un intero scaffale, ma per le parti storiche ho utilizzato solo tre volumi, di scrittori sardi.

Ti sei ispirato a qualche autore per questa storia?

Ho tenuto presenti sopratutto Manzoni, Dumas, Walter Scott e Grazia Deledda.

Hai utilizzato una scaletta?

Ho scritto i primi capitoli di getto, poi è stato necessario preparare una scaletta e lavorarci sopra.

Qual’è solitamente il tuo metodo di lavoro?

Mi documento per circa un anno, poi passo alla fase di scrittura, e rivedo il lavoro circa un paio di volte. Scrivo la mattina molto presto, prima di recarmi a lavorare.

Come promuoverai il tuo libro?

Attraverso i canali che mette a disposizione la casa editrice e il passaparola.

Progetti futuri?

Scrivere ed essere felice!

E sogni nel cassetto?

Ogni nuova mattina porta un nuovo sogno. Ne ho tantissimi!

Bianca Folino