Si intitola “Duccio Neri” l’ultimo romanzo di Bryan Torrigiani, ambientato nella Firenze del 1500 e targato PlaceBook publishing & Writer Agency. E con questa storia torna anche il protagonista dei libri di Torrigiani, Diego Neri che indagerà su un manoscritto antico. Per la gioia dei lettori di Kukaos abbiamo intervistato Torrigiani.
Come hai scelto il titolo del tuo romanzo?
All’inizio ho avuto qualche difficoltà, ma poi mi sono detto: “Per quale motivo non dovrei intitolarlo con il nome del personaggio principale?” In seguito ho deciso di aggiungere anche il luogo e la data, visto che entrambi richiamano alla trama del libro.
Questa volta il tuo Diego Neri fa un bagno nella storia di Firenze…Come ti è venuta l’idea di narrare le vicende fiorentine?
Devo dirvi… a malincuore, che Diego Neri sta finendo il suo tempo. Quindi, volevo trovare un modo originale e una degna conclusione per il personaggio con il quale ho iniziato la mia carriere di scrittore e che mi ha accompagnato per tutto il mio percorso. Come senz’altro i lettori avranno capito, Diego è molto orgoglioso delle sue origini e come lui lo sono io e tutti i fiorentini. Per noi quel periodo storico, il rinascimento intendo… ha un posto speciale nella nostra anima e nel nostro cuore. Ci rende orgogliosi il fatto che i nostri antenati e la nostra città sono stati protagonisti di un epoca in cui l’arte… in tutte le sue forme, si è sviluppata. Inoltre, per citare quanto scritto nella prefazione di Filippo Giovannelli, il 1530, l’anno dell’assedio di Firenze da parte delle truppe imperiali di Carlo Vo è: ”un momento storico di orgoglio cittadino e di forza di volontà, di un popolo mai domo e fortemente identitario, forse mai come allora, negli oltre duemila anni di storia di Firenze”.
Dove ti sei documentato?
Da varie fonti letterarie, ma la consulenza e l’aiuto di Filippo Giovannelli è stato essenziale, senza di lui non mi sarebbe stato assolutamente possibile scrivere questo libro.
Quanto c’è di finzione e quanto di reale nel tuo libro?
La trama del romanzo si snoda attraverso il contesto storico in modo molto fluido, quindi mi risulta molto difficile rispondere a questa domanda. Certo è che la parte storica è anche la colonna portante della parte totalmente romanzata.
E’ stato un lavoro impegnativo?
Molto impegnativo. Era necessario confutare continuamente la veridicità di fatti accaduti secoli fa e di controllare più volte che le parti romanzate potessero inserirsi in modo plausibile nello scorrere di eventi storici realmente accaduti. Ho dovuto tener conto di molti aspetti dello scrivere sia nella parte narrata che nei dialoghi… modo di parlare e tutto il resto. Inoltre dovevo cercare di immaginare come si viveva in quell’epoca e quindi descrivere tutto al lettore. Devo dire anche che stavo attraversando un periodo molto difficile durante la stesura di questo libro. Il 12 luglio dell’anno scorso, mio padre è purtroppo venuto a mancare… questo libro è dedicato a lui.
Quale messaggio vorresti arrivasse ai lettori?
Che conoscere la storia del proprio paese e del proprio popolo è importante… conoscere la storia delle proprie origini… dei nostri antenati è importante. Il passato ci aiuta a comprendere il presente e ci proietta nel futuro.
Come promuoverai il tuo libro?
Interviste… magari in qualche libreria indipendente e anche altre presentazioni e serate firma-copia. Cercherò di promuoverlo anche su alcune piattaforme-social.
Ecco, sei appena tornato da una presentazione, ci racconti come è andata?
Molto bene! Essendo io molto riservato ero anche molto teso. È una cosa che mi accade sempre. Ma la presenza nel pubblico, di tante persone a me molto care… e l’autorevole presenza sul palco di Filippo Giovannelli mi hanno aiutato molto. Ma soprattutto devo ringraziare dal profondo del cuore, colui che era il presentatore della serata: Stefano Baragli, che con la sua grandissima professionalità ha condotto la serata in modo eccellente. Inoltre voglio ringraziare per la sua disponibilità e gentilezza anche Silvia Papucci, la direttrice artistica del “Caffè Letterario le Murate”, nel centro di Firenze… un posto davvero bellissimo. Un ringraziamento anche al bravissimo Stefano Torracchi… il suo pianoforte ci ha accompagnato durante tutta la serata.
Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?
Sì… ma non voglio anticiparvi nulla. Spero che mi scuserete…