E alla fine ha vinto il business

Vi ricordate quando qualche settimana fa vi abbiamo parlato del glifosato, quella sostanza nociva per la salute umana che viene utilizzata in agricoltura? Ecco il business, è il caso di dirlo, ha vinto ancora una volta su tutto. La Commissione europea, chiamata al voto su questo argomento, ha deciso di procedere in modo autonomo alla concessione di una nuova autorizzazione valida per i prossimi 10 anni.

Questo perchè è mancato un accordo tra gli Stati membri e quindi la Commissione ha preso una decisione indipendentemente dalle volontà espresse dagli Stati che non hanno raggiunto un accordo in merito, o una maggioranza, passando quindi la palla all’organo esecutivo di Bruxelles. Di fatto il mancato via libera da parte degli Stati membri è stato in questo modo aggirato.

Per avere uno stop al commercio di prodotti che contengono il glifosato ci sarebbero voluti 15 voti su 27. Ma 7 paesi, compresi Francia, Germania e Italia si sono astenuti mentre 3, tra i quali il Lussemburgo, hanno votato contrario allo stop. Questo emerge da quanto riportato dalla stampa internazionale.

Già ad ottobre c’era stato un tentativo di fermare il commercio di prodotti a base di glifosato, ma era andato a vuoto. E’ chiaro quindi che la Commissione si è sentita in dovere di intervenire e di fatto aveva due opzioni: o prendere atto della mancanza di una maggioranza nell’espressione di voto degli Stati, perchè stiamo parlando di un tema che ancora divide l’opinione pubblica, nonostante studi e moniti degli scienziati; oppure la Commissione poteva prendere atto della mancanza di consenso e decidere quindi in proprio. Cosa che ha scelto di fare rinnovando la concessione per il prossimo decennio.

Se però guardiamo la situazione dal punto di vista dei consumatori e della salute pubblica, allora bisogna ammettere che per l’ennesima volta il Mercato l’ha fatta da padrone, vincendo la comunitĂ  scientifica e facendo passare in secondo piano, la salute dei cittadini. E mentre l’Europa è su questa via, negli Stati Uniti la Bayer è stata condannata ad un maxi risarcimento a tre agricoltori, proprio per i danni causati dal glifosato. BisognerĂ  vedere come andrĂ  a finire la causa visto che l’azienda segue i suoi binari senza dare ascolto a nessuno e asserendo che chiunque abbia parere contrario, o porti dati in contrasto con gli studi aziendali sta “falsificando le prove”.

Redazione