“Ecco la mia casa”, è questo il titolo del romanzo di esordio di Maria Patella che entra così a far parte della famiglia PlaceBook publishing & Writer Agency. Maria Patella è nata a Castellaneta un paese del Parco regionale delle Gravine, in provincia di Taranto. La scrittrice ha avuto diverse esperienze lavorative prima di dedicarsi esclusivamente alla famiglia. Vi proponiamo la sua breve intervista.
Raccontaci qualcosa di te, chi è Maria Patella?
Sposata e madre di due figli, sono nata in Puglia, precisamente a Castellaneta, un paese situato nel cuore del Parco Regionale delle Gravine, nella provincia di Taranto. Dopo aver conseguito il diploma di Maturità Magistrale, ho affrontato svariate esperienze lavorative per poi dedicarmi esclusivamente alla famiglia.
Come hai scelto il titolo di questo libro?
I titoli dei miei romanzi derivano tutti dall’ispirazione globale della storia che vorrei raccontare; di solito, non appena nella mia mente si è delineato il tema di sottofondo, quello che traghetterà la trama sino al finale, il titolo svetta già come lo stendardo sotto cui si raccoglierà ogni idea. In questo specifico caso, il titolo “Ecco la mia casa” è stato scelto a testimonianza del viaggio interiore che la protagonista è costretta a intraprendere, un viaggio che ha come punto di partenza la stessa meta finale, ovvero il riconoscimento di sé stessi come casa, dimora essenziale di anima, sentimenti, spiritualità, progettualità e naturalmente, amore, spaziando però nel perimetro di una vita vissuta dalla parte giusta, quella della consapevolezza.
Questa è la tua prima esperienza editoriale ce la racconti?
La PlaceBook è stata la prima casa editrice che è riuscita a conquistare la mia totale fiducia, per competenza e serietà, qualità che da sempre differenziano i veri editori dagli speculatori.
Mi è stata caldamente consigliata da uno dei suoi autori, conosciuto di persona grazie a una fortuita circostanza, e dopo aver vagliato ogni informazione trovata in rete, ho deciso di contattare l’editore. I miei interlocutori si sono rivelate persone estremamente disponibili, molto pazienti e la professionalità dei loro consigli non reprime mai la personalità dell’autore. Un’esperienza decisamente positiva di cui intendo approfittare ancora in futuro.
Perché hai voluto scrivere questa storia?
Non c’è un motivo preciso o fondante all’origine di questa storia, se non quello scaturito dall’ispirazione. Gli infiniti suggerimenti del quotidiano vivere mi consentono sempre di focalizzare alcuni argomenti sui quali mi piacerebbe soffermarmi; di solito si tratta di quei piccoli disagi esistenziali o di quelle incertezze interiori che accompagnano, più o meno inconsciamente, ciascuno di noi.
E quale messaggio vuoi far arrivare ai tuoi lettori?
Mi piace pensare soltanto di aver generato alcuni spunti di riflessione interiore; ciò che accade nella vita ci mette sempre in condizione di variare il nostro sguardo sulle cose, sia nel bene sia nel male, sia l’animo illuminato dalla fede sia sorretto dalla ragione, per rendere
tridimensionale un’esistenza appiattita dalla troppa indifferenza.
Quanto c’è di autobiografico?
Questa domanda mi viene rivolta di frequente, a volte, per chi conosce alcuni aspetti della mia storia personale, anche camuffata dalla benevola curiosità che esercita l’empatia.
Quasi mi dispiace affermare che non si tratta di una storia autobiografica, ma d’altro canto, quale libro è mai stato scritto passivamente dal proprio autore? Certamente “Ecco la mia casa” contiene molto di me, delle mie esperienze, dei miei stati d’animo; le descrizioni dei paesaggi sono tutte realmente vissute, come pure lo sono alcune particolari abitudini infantili riportate nella narrazione, mentre ho liberamente strutturato la trama e i vari aspetti fisici e psicologici dei personaggi, sulle esigenze della mia ispirazione.
A tuo parere quanti di noi vivono con consapevolezza la propria vita?
Conosco tante persone che lo fanno quotidianamente, imponendosi sulle abbaglianti distorsioni dell’esistenza con modelli e criteri di giudizio, che pur essendo del tutto personali, sono universalmente condivisibili.
Com’è nata la tua passione per la scrittura?
È stato l’appagante piacere di leggere a suscitare, nel tempo, l’esigenza di fissare i miei pensieri e le mie idee in modo sempre più organico e finalizzato. Ora che mi è stata posta ufficialmente questa domanda, mi accorgo di non aver mai ringraziato mio padre per avermi portato in regalo, tornando da lavoro, quei libri classici per bambini che sono stati i miei primi tesori.
Ti ispiri a qualche autore?
Quando leggo, tendo inconsciamente a trattenere sempre, da ogni autore, quel qualcosa che ritengo utile a migliorarmi, ma senza dubbio sono maggiormente ispirata da tutti coloro che utilizzano un’espressione linguistica più articolata e complessa. Purtroppo, il poco tempo a mia disposizione non mi consente di aggiornarmi sufficientemente sui nuovi autori e questa constatazione mi rammarica moltissimo.
Hai già qualche progetto letterario in cantiere?
Ne ho due su cui lavorare; mi auguro di riuscire costantemente a perfezionarmi come scrittrice e a evolvermi come autrice.
Bianca Folino