Gli studi sugli Ufo

Seconda Parte

Ma in Italia, cosa successe e che cosa sta accadendo oggi? Per parlare di Ufo a livello ufficiale in Italia bisogna risalire al 1978 quando l’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, incalzato da numerose pressioni mediatiche ed interrogazioni parlamentari, designò l’Aeronautica Militare Italiana quale organismo istituzionale deputato a raccogliere, verificare e monitorare le segnalazioni concernenti il fenomeno Ufo (OVNI in Italiano) registrate in territorio Nazionale. Ad oggi tale compito viene eseguito dal Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore Aeronautica. Abbiamo menzionato prima le “Interrogazioni Parlamentari” sulla questione Ufo: In Italia ne abbiamo avute parecchie, anche se di fatto non hanno portato mai a nulla di concreto. Riportiamo a titolo di mero esempio alcune di esse, presenti nel sito nazionale del Cun all’indirizzo www.centroufologiconazionale.it. Ed ecco come non dimenticare che nel 1978 si registra l’interessante intervento dell’onorevole socialista Falco Accame, che precedentemente all’elezione a Montecitorio poteva vantare il grado di ammiraglio della Marina militare ed un curriculum altisonante. L’interpellanza parlamentare di Falco Accame viene tutt’oggi giudicata, da diversi ricercatori della materia, come tra le più incisive e significative in assoluto. Il documento prodotto dal politico in forza all’allora Partito Socialista, riferiva così come riportato dagli atti parlamentari della Camera dei Deputati della seduta di lunedì 20 novembre 1978 la seguente richiesta all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri l’Onorevole Giulio Andreotti al suo 4° Governo: “L’interrogazione. – Per conoscere, se è al corrente dello stato di allarme creato nelle popolazioni dell’Abruzzo e Marche a seguito del manifestarsi di fenomeni non scientificamente spiegabili riportati dalla stampa e notati anche da una motovedetta della marina militare; per conoscere inoltre quali provvedimenti intenda prendere per approfondire la natura dei fenomeni e tranquillizzare le popolazioni interessate. (4-06344).”

La risposta arrivò il 29 gennaio 1979 dal Ministro della Difesa l’Onorevole Attilio Ruffini, che diede lumi all’On. Accame con il seguente responso: “Fino dall’inizio dei fenomeni oggetto dell’interrogazione, la Difesa fu informata dello stato di viva preoccupazione manifestatasi tra i pescatori della zona compresa tra San Benedetto del Tronto e Pedaso (Ascoli Piceno), In relazione a ciò, fu immediatamente disposto un primo intervento in zona di dragamine e motovedette, per accertare l’origine dei fenomeni. Successivamente la marina militare disponeva un organico servizio di sorveglianza con l’effettuazione di 20 missioni per complessive 230 ore di navigazione. Nulla di inconsueto è stato rilevato nel corso delle suddette operazioni, per cui, tenuto conto anche del progressivo rasserenamento delle popolazioni interessate, le operazioni sono state interrotte in data 21 novembre 1978.”

E di conseguenza accade che il 15 gennaio 1979 il Gabinetto del Ministro della Difesa, convocò il Segretario del C.U.N. Roberto Pinotti (attuale Presidente) al quale comunicò che il Governo Italiano aveva avviato una procedura amministrativa avente il fine di studiare l’opportunità di dar vita anche nel nostro paese, ad una Commissione di studio ufficiale sugli UFO. Rimaneva comunque il problema di trovare l’Ente al quale affidare l’incarico in quanto l’Autorità Militare non si riteneva all’altezza del compito… C’era quindi l’intenzione di incaricare il Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di svolgere tali ricerche ma, tale Ente riuscì a rimanere fuori dal proposito, dato che non era informato sui caratteri scientifici dell’argomento (soprattutto per ciò che riguardava il lavoro svolto all’estero). Dunque di fatto la patata bollente rimaneva in capo al Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore Aeronautica che, come si legge nel sito ufficiale http://www.aeronautica.difesa.it/, dichiara che “…Chiunque desideri segnalare un evento correlabile ad un O.V.N.I. può farlo utilizzando la presente modulistica. Dopo averla compilata, dovrà consegnarla alla più vicina stazione dei Carabinieri. Questa azione consente all’Aeronautica Militare di avviare un’indagine tecnica per identificare l’esistenza di una correlazione con eventi umani e/o fenomeni naturali che, se necessario, coinvolge anche altri organi competenti presenti sul territorio nazionale. Tale attività ha lo scopo di garantire la sicurezza del volo e nazionale. Una volta terminati gli accertamenti, gli episodi vengono pubblicati alla voce Avvistamenti di questa pagina e, se non è stato possibile individuare una giustificazione tecnica o naturale, si classifica l’episodio come avvistamento di Oggetto Volante Non Identificato. Per quanto riguarda gli avvenimenti antecedenti il 2001, è in corso, ad opera del Reparto Generale Sicurezza, un riordino dei dati al fine di una prossima pubblicazione.”

Anche negli anni successivi si registrano ulteriori interventi a livello politico: citiamo per esempio le interrogazioni degli Onorevoli Parlato e Baghino del partito M.S.I.-D.N. in relazione agli avvistamenti ufologici che si erano verificati tra il 1980 ed il 1982; nel 1982 l’interrogazione dell’Onorevole Cicciomessere del Partito Radicale; l’Onorevole Giancarlo Abete, autore di una duplice interrogazione parlamentare che fu presentata alla Camera nel mese di luglio del 1984. L’interrogazione fu rivolta all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, per sollecitare la istituzione di una commissione di studi nell’ambito del CNR e al Ministero della Difesa, per ottenere l’assegnazione agli enti di studio civili di tutto il materiale ufologico archiviato dall’Aeronautica Militare: il tutto nella speranza che si potesse finalmente far un po’ di luce sul mistero che da troppi anni circonda gli Oggetti Volanti Non Identificati o meglio non identificabili. Ricordiamo anche che nel 1985 a seguito di un “Incontro Ravvicinato” avvenuto in Val d’Aosta, l’allora compianto Presidente del CUN (Centro Ufologico Nazionale), Mario Cingolani, chiese ufficialmente al Presidente del Consiglio l’Onorevole Bettino Craxi, di istituire una indagine seria e rigorosa sul fenomeno degli UFO.

Nel 1989 abbiamo le interrogazioni presentate dell’Onorevole Cima, seguita da quella dell’Onorevole Testa sui fatti avvenuti in volo sulla rotta Roma-Palermo, dove il pilota riferiva che durante il volo era stata notata la presenza di oggetti non identificati. E a seguire molti altri tentativi da parte di numerosi Onorevoli di “scardinare” l’omertà Istituzionale creata attorno al fenomeno Ufo. Anche a livello Europeo non mancano le iniziative di pochi coraggiosi: addirittura il 20 febbraio 1994, l’Europarlamentare e noto fisico italiano Tullio Regge del PCI, riprese il progetto di massima di Di Rupo (un belga socialista, figlio di immigrati italiani che propose al Parlamento Europeo l’istituzione di un Centro Comunitario di studio sul fenomeno UFO) e presentò un progetto al Parlamento Europeo per istituire un Centro europeo per lo studio degli avvistamenti degli oggetti volanti non identificati; il 20 gennaio 2004 su invito del CUN, l’Europarlamentare italiano Nello Musumeci di Alleanza Nazionale, presentò sempre in Europa un’ interrogazione scritta (P-0198/04) per la promozione di uno studio a livello comunitario specializzato per lo studio dei fenomeni atmosferici sconosciuti sul modello del SEPRA francese. Il 14 giugno 2010, l’Onorevole Mario Borghezio, Europarlamentare italiano della Lega Nord, presentò una dichiarazione scritta per un’interrogazione al Parlamento Europeo sulla desecretazione della documentazione sugli UFO (n. di codice 0057/2010). In pratica, si chiedeva che venissero aperti tutti gli archivi UFO dei Governi dei 27 Paesi membri e si creasse un Osservatorio comunitario per lo studio del fenomeno. Ma tornando alle Interrogazioni Parlamentari fatte in Italia in materia di Ufo, recentemente (2014) spicca quella dell’Onorevole Gaetano Nastri (Fratelli d’Italia), che così cita testualmente: “Al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che: a seguito dell’ondata di avvistamenti di oggetti volanti non identificati (OVNI) avvenuta nel 1978, l’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti designò l’Aeronautica militare quale organismo istituzionale deputato a raccogliere, verificare e monitorizzare le segnalazioni inerenti gli OVNI; l’attività di controllo e di osservazione costante, attualmente è svolta dal reparto generale sicurezza dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, la cui struttura, si occupa di questa materia per garantire adeguati livelli di sicurezza del volo nazionale, custodendo al contempo, le segnalazioni degli avvistamenti, in genere quelli provenienti da testimoni che hanno denunciato l’avvenimento alle forze dell’ordine; il medesimo reparto, a seguito delle indicazioni ricevute, avvia con l’ausilio del servizio meteo e dei comandi operativi, un’indagine tecnica, al fine di verificare se l’oggetto misterioso avvistato, sia un pallone sonda meteorologico, un velivolo convenzionale, un aeroplano tracciato dai radar o, comunque un fenomeno noto, oppure un evento non conosciuto e pertanto classificato oggetto volante non identificato (OVNI), ovvero un UFO, dall’acronimo inglese unidentified flying object; dai faldoni «declassificati» custoditi presso il suesposto reparto generale sicurezza, pubblicati recentemente da un libro, «Ufo i dossier italiani», emerge un quadro inedito, secondo il quale nell’anno 2013, ci sono stati 7 avvistamenti registrati, per un totale di 56 negli ultimi 4 anni e con una forte espansione di 22 casi nell’anno 2010 e un calo nell’anno 2011 pari a 17 avvistamenti, mentre 10 sono quelli registrati nell’anno 2012; l’attività di verifica e di indagine tecnica da parte dell’Aeronautica militare è finalizzata all’accertamento dell’esistenza di una correlazione con eventi umani e/o fenomeni naturali in grado, se necessario, di coinvolgere anche altri organi competenti presenti sul territorio nazionale; il compito di ricerca non intende stabilire se vi siano altre forme di vita intelligente provenienti da altri pianeti, ma si limita a individuare se è stata possibile, oppure no, una giustificazione tecnica o naturale ad un determinato avvistamento nello spazio aereo; l’Aeronautica militare, fornendo ulteriori precisazioni, ribadisce che non è previsto alcun compito da parte del reparto generale sicurezza dello Stato Maggiore, nell’esprimersi sull’attendibilità degli avvistamenti, avendo tuttavia riscontrato nello spazio aereo nazionale nel passato, oggetti volanti non identificati di varie forme, da semplici oggetti luminosi a vere e proprie «flottiglie» di OVNI, ricevendo addirittura la segnalazione di un «umanoide», presente nel nostro Paese; le fonti, secondo quanto riportato dalla stessa Aeronautica militare, rilevano che gli avvistamenti in tutta Italia, provengono da «privati cittadini», forze dell’ordine, piloti e perfino preti, i quali attraverso la compilazione di uno specifico e dettagliato modulo, determinano l’avvio dell’indagine; l’interrogante segnala che, oltre ai riferimenti numerici degli avvistamenti, in precedenza riportati, vi è tuttavia un ulteriore aspetto del fenomeno i cui dati raccolti dall’Aeronautica militare, andrebbero resi noti e riconducibili alle segnalazioni pervenute da piloti civili e militari e da militari dell’Esercito nonché, dai controllori di volo ed altre fonti attendibili di coinvolgimento di piloti civili e militari, di avvistamenti e addirittura inseguimenti per intercettazione di velivolo sconosciuto introdottosi negli spazi aerei italiani; nel corso del recente passato, gli organi di stampa hanno addirittura citato episodi in cui i velivoli della Aeronautica militare, sono stati inseguiti da OVNI o avvenimenti di mancata collisione denunciati dai piloti delle compagnie aeree italiane e straniere che operano sul territorio italiano, con oggetti volanti dalla natura sconosciuta; nella maggioranza dei casi, i piloti hanno segnalato dei velivoli aventi luci di posizione completamente differenti da quelle in uso da parte di aerei da trasporto passeggeri, aerei postali o militari ed hanno descritto evoluzioni effettuate da questi OVNI che nulla hanno a che vedere con l’odierna conoscenza in campo aeronautico; a giudizio dell’interrogante, occorre rendere noto all’opinione pubblica, eventuali ulteriori informazioni oltre a quelle di recente divulgate, al fine di far conoscere in modo completo e definito, anche attraverso il coinvolgimento della società della ricerca scientifica e accademica, la natura di un fenomeno, il cui mistero dura da decenni e che alla base pone la domanda dell’esistenza di altre civiltà extraterrestri–: quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa; se intenda rivelare i documenti declassificati, ed in possesso presso il reparto generale sicurezza dell’Aeronautica militare, relativi agli avvistamenti di oggetti volanti non identificati – OVNI, avvenuti nel corso degli ultimi anni nel nostro Paese; se intenda altresì rendere noti ulteriori documenti relativi a segnalazioni, pervenute da parte di piloti militari o civili, di avvistamenti di OVNI, all’interno dello spazio aereo italiano, che stando a quanto pubblicato dagli organi di stampa nel corso del recente passato, hanno addirittura citato avvenimenti di mancata collisione; se intenda infine confermare l’attenzione da parte del Governo, sul fenomeno degli oggetti volanti non identificati ed in caso affermativo, quale sia il sistema organizzativo operante in Italia. (4-03820)”.

Come si evince da tale elenco nel nostro Paese non si registrano, almeno ufficialmente al livello Nazionale, commissioni di inchiesta sullo stile Usa degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Ma questo non significa che i nostri militari non siano interessati al fenomeno: anzi più di qualche volta si registrano “interferenze” con le indagini ufologiche in corso, come meglio vedremo magari in qualche articolo successivo. Interferenze avvenute pure in territorio Veneto e subite anche, ma non solo, dal sottoscritto. È chiaro dunque, come la nostra Aeronautica Militare elenchi sì ufficialmente pochi casi di relativo impatto sociale, ma mantiene il riserbo su quelle situazioni più delicate che finirebbero in ogni caso per metterla in serio imbarazzo nei confronti dell’opinione pubblica.

Mirko Pellegrin

Coordinatore Cun TriVeneto

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