Ingegnere sì, ma anche scrittore per passione

E’ entrato a far parte della squadra di scrittori targati PlaceBook Publishing & Writer Agency con due libri: “Homunculus” e “L’ultimo Professore. Stiamo parlando di Fernando De Benedictis, che si definisce come un ingegnere per formazione visto che questo è stato il suo lavoro e scrittore per passione. Bologna è la sua città, qui è nato e ha studiato e qui ha lavorato fino a quando, nel 2009, è andato in pensione. Lo abbiamo intervistato per i lettori di Kukaos.

Presentati ai lettori di Kukaos, chi è Fernando De Benedictis?

Sono ingegnere per formazione, ma anche scrittore per passione e, in questa veste, nel 2023 sono stato ammesso all’Associazione Scrittori Bolognesi ScriptaBo grazie alla pubblicazione di due titoli con le Case Editrici Pedrazzi e Placebook Publishing. Ma ho scritto anche altre cose a mio avviso non meno interessanti che sono ancora in attesa di una casa editrice adeguata. Di seguito, le elenco tutte in ordine cronologico:

“Karìbu”, 2000 Autoprodotto, 2007 LULU.

“Racconti di Ultramondo”, 2010 Lulu, 2018 Il Mio Libro.

“Hakuna Matata”, 2011 Lulu.

“Il diario di Homunculus”, 2011 Lulu, 2019 Pedrazzi.

“Il professor Battista”, 2017 Il Mio Libro.

“L’ultimo Professore”, 2020 Placebook Publishing.

“AMAZON, 2020 Il Mio Libro; 2023 Tektime (audiolibro ed e-book).

“The last Teacher”, 2023 Tektime, traduzione in inglese di “L’ultimo Professore” a cura di Casaccia Simona.
Nella mia esperienza professionale, l’ingegnere e lo scrittore si intrecciano strettamente, ma il tempo è poco perciò la presento di seguito a grandi balzi.

Appassionato di aviazione e spazio, nel 1977 ho iniziato ad occuparmene direttamente presso la Fiat Aviazione dove ho proposto un motore rivoluzionario pubblicato da un’importante rivista scientifica e ho partecipato autorevolmente all’introduzione dell’energia eolica in Italia. Non lo dico per vanteria ma per affermare che diversamente da quanto si pensa, ingegneria e letteratura attingono ad un’identica creatività, come traspare dall’ispirazione surreale e fantacientifica dei primi racconti scritti nello stesso periodo. Dal 1984 all’87 ho svolto attività di ricerca e di libera professione ed ho iniziato ad insegnare. Come agli esordi, anche i racconti nel cassetto di questo periodo ne riflettono le emozioni più forti. Oltre a ciò, nel seguito e fino al 2012, ho promosso e realizzato per solidarietà un impianto di distribuzione dell’acqua per 4000 persone in Tanzania. Quanto alla scrittura, invece, ho autopubblicato Racconti di Ultramondo, Il diario di Homunculus e Hakuna Matata. In pensione dal 2009, negli anni a seguire ho autopubblicato il Professor Battista andato in finale al contest Mangiaparole, quindi ho pubblicato Il diario di Homunculus con Pedrazzi e, con Placebook, L’ ultimo Professore. Dopo ho autopubblicato AMAZON, realizzandone successivamente l’audio libro e l’e-book con Tektime. Con questa stessa casa editrice infine, ho curato la traduzione e l’edizione di The last Teacher.

Con PlaceBook hai pubblicato due libri, come hai scelto i titoli?

Homunculus è un esserino umanoide rinchiuso in una bottiglia, creato in laboratorio dall’assistente di Faust mentre questi è in giro per il mondo con il diavolo. Il suo unico scopo è realizzarsi in un uomo compiuto, e poiché questo ne fa una metafora perfetta del protagonista del libro, Homunculus gliene dà anche il titolo.

“L’ Ultimo Professore” non sarà proprio l’ultimo, ma certamente è uno dei pochi sopravvissuti che nella scuola cercano ancora di trasmettere, insieme alla cultura i valori più fondamentali del vivere civile. Alcuni danno ancora del “lei” agli studenti e quasi tutti sono rimasti ancorati a cose come disciplina e rispetto, ma proprio queste hanno fatto di loro stessi persone di profonda onestà e ciò ne giustifica il rigore.

E com’è nata la tua passione per la scrittura?

Hanno sempre detto che scrivevo bene. Lo sosteneva mia nonna, ma anche le maestre sue colleghe di cui ero allievo e con un tema di italiano vinsi una borsa di studio al liceo. Poi mi accorsi che molte cose chiedevano di essere raccontate anche da un punto di vista un po’ fuori dal coro; per esempio, quando il Fantozzi di turno si innamorava della figlia del mega direttore galattico. Io lo immaginavo nei panni di uno squalo vegetariano in competizione con giganteschi orcaccioni, capodogli smisurati e persino sottomarini nucleari americani per i favori della bella orca Lucilla e proprio il sorriso di Lucilla per tali stramberie mi sosteneva lungo questo percorso.

Ti sei ispirato a qualche autore in particolare?

Tutti e nessuno. Ho sempre scelto le mie letture fra i capolavori di ogni epoca e di ogni genere per coglierne l’essenza intima del sentire universale. Particolarmente attratto dal fantastico ne ho trovato spunti inesauribili da Dante a Tolkien via Goethe senza dimenticare Cervantes e Carroll ma per la buona lettura non ho preclusione alcuna, cosi penso alla comicità di WodeHouse, come ai delitti di Boyle, Poe ed Hithcock ma in generale ai grandi nomi italiani e stranieri della modernità e di qualsiasi ispirazione come Manzoni, Verga, Calvino, Hemingway, Gordimer, Hosseini, Grass…e chiedo scusa ai mille che, non per minor merito, non rientrano nell’elenco.

Hai avuto riscontri dai lettori?

Alcuni, tutti diversi. La maggior parte dei lettori predilige pochi generi letterari a cui riserva tutto il proprio entusiasmo e pertanto il giudizio di costoro su un libro è fortemente condizionato da tale predilezione. Quanto ai miei lavori, “L’ultimo Professore” è risultato finalista con favorevolissimi apprezzamenti nel Contest “Mangiaparole” del 2017; anche gli altri hanno avuto ottimi giudizi dagli appassionati del genere; in ogni caso, di tutti si dice che sono scritti bene.

Che messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

Dipende dall’argomento del libro. In genere, però, inviterei tutti ad andare con la lettura oltre il livello di puro intrattenimento per indagare le motivazioni profonde dell’autore.

Cos’è per te il potere?

Comincio da cosa dovrebbe essere: lo strumento dei grandi per contribuire con le loro capacità al progresso del genere umano. Concludo con ciò che purtroppo spesso è: lo strumento dei piccoli per dominare e aumentare senza fine il loro dominio su tutto e tutti.

E l’amore?

Il sentimento universale di ogni bene umano che unisce, salva ed eleva.

In diario di un Homunculus parli di essere in un certo senso fuori dal sistema, quale significato dai a quella storia?

È una denuncia del potere dei piccoli che il protagonista si illude di trasformare con la forza della verità, incorrendo invece in una bieca reazione che causerà il crollo di tutti i suoi ideali professionali e umani.

Mentre nell’ultimo professore tracci una panoramica della scuola…

In qualche modo, sebbene le storie siano profondamente diverse, il messaggio è simile a quello de “Il diario di Homunculus”. Anche in questo caso il protagonista è un personaggio non conforme che pensa di poter combattere con la verità le strutture cristallizzate nella società dal potere dei piccoli, e di nuovo egli pagherà a caro prezzo la sua ingenua fiducia nella natura umana.

Stai lavorando a qualcosa di nuovo?

Purtroppo no; ho subito un aggravamento della mia già debole vista che non me lo consente e per il momento, benché in testa mi frullino diverse idee, non vi potrò dar forma senza aver trovato prima qualche modo per poterlo fare.

Bianca Folino