“Il prezzo del perdono” è questo il titolo del romanzo di Stefania Nicolai edito da PlaceBook Publishing & Writer Agency. Stefania Nicolai è nata a Roma nel 1955. Insegnante elementare e laureata in scienze infermieristiche, si diletta nella scrittura di sceneggiature per corti. Ha ricevuto diversi riconoscimenti letterari. Ha collaborato con lo sceneggiatore Domenico Titubante per la trasposizione in romanzo della sua commedia “L’eredità dei Lauri”. Proponiamo ai lettori questa sua breve intervista.
Ci spieghi come hai scelto il titolo del tuo libro?
Dare un titolo alla tua opera richiede impegno perché, oltre a essere d’impatto, deve trasmettere in poche parole il messaggio contenuto nel libro. In verità trovo molta difficoltà nello scegliere un titolo, ci giro intorno per giorni fin quando non trovo un appiglio su cui lavorare. Anche per “Il prezzo del perdono” ho impiegato parecchio tempo prima di decidermi, sono stata ispirata dai personaggi e da come sono riusciti a perdonare, cosa che richiede spesso un prezzo molto alto, ma che rappresenta l’unica strada per ritrovare la pace.
E ora raccontaci qualcosa di te, chi è Stefania Nicolai?
Per anni ho lavorato come paramedico anche se la mia vera passione è sempre stata la scrittura. Da dicembre del 2018, anno in cui sono andata in pensione, mi sono dedicata totalmente alla letteratura in tutte le sue forme. In meno di cinque anni ho pubblicato quattro romanzi, partecipato alle più importanti fiere di libri, ho vinto 15 concorsi per racconti inediti, premi per libri editi, ho collaborato con uno sceneggiatore teatrale, fatto da giudice a concorsi letterari e per il cinema, ho scritto sceneggiature. L’ultimo romanzo, vincitore di un primo premio letterario, verrà pubblicato dalla casa editrice che ha indetto il concorso. Al momento sto terminando un giallo.
Tu non sei nuova nell’ambiente letterario, ci racconti come hai iniziato?
Quando iniziai non c’era ancora il KDP (Kindle Direct Publishing ndr.) di Amazon, ed era molto difficile trovare una casa editrice che puntasse su un libro. Il mio compagno aveva da tempo in mente un progetto sul Paleolitico e mi chiese di scrivere la storia. Rifiutai subito, ma lui è di origine siciliana e non mollò fin quando, ormai esasperata, iniziai a buttare giù il soggetto. Fu l’inizio di un anno intenso. Ormai totalmente in trappola, mi sono entusiasmata fino al punto di non dormire la notte per elaborare la storia, lui si impegnava nelle ricerche e io nel dare vita ai personaggi. Trovammo subito una casa editrice sovvenzionata dai beni culturali che pubblicò il nostro romanzo di ben 560 pagine.
Ci sono autori che consideri alla stregua di maestri?
Certo, leggo moltissimo e nel frattempo cerco di imparare da autori di alto livello. Amo molto la Miller, Steinbeck, Follett, Saramago; ma non disdegno la letteratura italiana e acquisto volentieri libri della Tuti, Auci, Ardone e altri. Insomma, sono sempre pronta a imparare.
E quali emozioni hanno suscitato in te i diversi riconoscimenti che hai avuto?
Ottenere dei riconoscimenti per un tuo lavoro è sempre motivo d’orgoglio; certo, più è difficile emergere, più grande è la soddisfazione, ma il vero valore di questi apprezzamenti consiste nella carica emotiva che ti spinge a continuare come scrittrice.
Perché hai voluto scrivere questo libro?
I miei romanzi hanno tutti un’impronta sociale, quando ho in mente una storia originale che smuove le coscienze non posso fare a meno di scriverla. “Il prezzo del perdono” è ambientato a Roma, in un quartiere particolarmente difficile, dove i giovani sono in costante pericolo. Volevo regalare speranza a chi è stato vittima di violenza.
E quale messaggio vorresti arrivasse ai lettori?
Perdonare chi ti ha fatto del male è difficile e il dolore può essere così insopportabile da non poterlo dimenticare, ma la vita ci obbliga ad andare avanti e per farlo dobbiamo imparare a convivere con il nostro dispiacere.
Quanto per te la vita è frutto del caso o del destino?
Niente avviene per caso e le prove più difficili conducono a strade inaspettate. Possiamo solo cercare di trarre il meglio da ciò che ci accade.
E le relazioni interpersonali, anche quelle con sconosciuti, hanno un ruolo secondo te?
Sì, spesso sono proprio gli sconosciuti a tessere le fila del destino. Nel romanzo questo concetto è espresso con molta convinzione.
Prossimi progetti letterari?
Sto ultimando un giallo, anche questo a sfondo sociale. Scrivo solo storie particolari, anche a costo di apparire stravagante, e anche quest’ultimo lavoro sarà originale e spiazzante, come gli altri.
Bianca Folino