La foresta di Hoia Baciu, la casa del diavolo

Tutti conosciamo la Transilvania, patria del famosissimo Conte Dracula, protagonista leggendario del panorama horror tra verità e leggenda. Ma forse non tutti conoscono la foresta di Hoia Baciu che si trova nel cuore di questa zona geografica, un luogo avvolto nel mistero. È soprannominata “Il Triangolo delle Bermuda della Transilvania” ed è una delle foreste più infestate del pianeta, tanto da catturare l’attenzione di investigatori del paranormale e di curiosi. La sua reputazione si basa su storie di sparizioni, fenomeni inspiegabili e oscure apparizioni.

La tradizione locale narra di spiriti, presenze e luci vaganti. Dalla metà del novecento si iniziò a parlare anche di scomparse. Si narrava che chiunque vi entrasse non ne facesse mai più ritorno. Famosa la vicenda di quel pastore, che con le sue 200 pecore vi sparì all’interno. Per giorni gli abitanti delle zone limitrofe setacciarono l’area, senza mai trovarne traccia. Un’altra storia parla di una bambina scomparsa e ritornata dopo cinque anni, vestita degli stessi indumenti e non invecchiata di un solo giorno. Un’altra donna sparì per parecchio, per poi ricomparire con in tasca una moneta del XV secolo, ignorando di essere stata via per tutto quel tempo.

All’interno della foresta, si trova una radura conosciuta come “Il Cerchio”, una zona perfettamente circolare priva di vegetazione. I visitatori denunciano ansia, agitazione e un forte senso di oppressione quando si trovano al suo interno, avvalorando l’ipotesi di un possibile portale verso altre dimensioni. Chi osa avventurarsi nelle profondità di Hoia Baciu, segnala molti fenomeni strani, primo fra tutti il malfunzionamento dei dispositivi elettronici, delle fotocamere e delle bussole, che girano vorticosamente. Alcuni riferiscono di aver visto figure spettrali e aver catturato strane immagini. Oltre ad ansia e capogiri, si sono manifestate anche delle ustioni in chi la visita.

Ne fu testimone il biologo Alexander Swift, morto nel 1993, che dopo averla attraversata fu colpito da una febbre e da bruciature per tutto il corpo della durata di due settimane. Per questo motivo passò la sua vita a tentare di dare una spiegazione a questi fenomeni. Con la sua videocamera catturò bagliori notturni, oggetti volanti non identificati, umanoidi, sagome dai contorni non ben definiti e alberi privi di foglie crescenti in spire ovoidali. Swift tentò inoltre di dare una spiegazione scientifica alla malattia che colpì lui e altri malcapitati all’entrata della foresta. Riuscì a riscontrare delle similitudini con la cheratosi Attinica, malattia cutanea dovuta ai raggi ultravioletti del sole, riscontrando effettivamente in alcune zone, una radioattività maggiore, superiore a quella prodotta dall’uranio naturale. Sono stati condotti molti studi all’interno della foresta, l’analisi dei campi magnetici, la crescita insolita dei vegetali, tuttavia a tutt’oggi spiegazioni accettabili non sono ancora state date e il mistero permane.

La foresta di Hoia Baciu conserva inalterato il suo enigma e visitarla potrebbe significare perdervisi per sempre al suo interno.

Sonia Filippi