L’ombra del cuore

Si intitola “L’ombra del cuore” ed è l’ultimo romanzo di Francesca Compagno che entra così a far parte della squadra di autori della Placebook Publishing & Writer Agency. Compagno, classe 1980, è nata a Prato dove tutt’ora vive e lavora. Ed è proprio a Prato che ambienta i suoi scritti, città che come lei stessa dice “ama e odia” ma dalla quale non può star lontana. Ha scritto il suo primo libro giallo quando aveva appena 7 anni d’età e da sempre coltiva la passione della scrittura,tanto che ha ottenuto ottimi piazzamenti in diversi concorsi letterari. Questa non è la sua prima esperienza editoriale, la scrittrice ha già pubblicato infatti diversi testi. L’abbiamo intervistata per i lettori di Kukaos.

Presentati ai lettori di Kukaos, chi è Francesca Compagno?

Sono una mamma, ahimè, non a tempo pieno in quanto i miei studi mi hanno portato a lavorare ormai da diciasette anni in diversi studi legali. Nel tempo libero amo dedicarmi alle mie passioni, in primis alla scrittura e alla lettura, poi, se la tranquillità della routine familiare lo permette, a dipingere. Ho un marito che mi sopporta e mi supporta, un figlio di sei anni e mezzo e tre caninoni, ultimi rimasti del branco che si è dimezzato un paio di anni fa, purtroppo. Tra le mie grandi, ingombranti e non poco impegnative passioni ci sono gli animali, le adozioni e un tempo il volontariato che ho dovuto abbandonare per mancanza di tempo.

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Com’è nata la passione per la scrittura?

La passione per la scrittura nasce da mio nonno, il quale amava scrivere poesie e leggere molti libri. La sua macchina da scrivere è diventata la confidente delle mie storie quando ero ancora una bambina, cimelio che conserve con amore, a casa mia, e con la quale ho scritto il mio primo romanzo giallo all’età di sette anni. Passione questa che ho cercato di coltivare tra alti bassi, tra gli alti delle soddisfazioni ricevute e i bassi di non essere poi così amata e conosciuta come vorrei. Poi arriva sempre la mia voce interiore che mi ricorda il motivo per cui scrivo: fare uscire dalle mie fantasie quei personaggi ingombranti che bussano di continuo portandomi a creare una nuova storia, un nuovo racconto o addirittura una trilogia.

Ti ispiri a qualche autore?

Tendenzialmente non mi ispiro a nessuno, leggo molto e questo mi avvantaggia e spesso proprio le mie letture mi suggeriscono delle storie. Vi siete mai innamorati di un personaggio che alla fine del romanzo muore o che non riesce a ottenere l’amore della protagonista? Avete mai pensato di riscrivere il finale? A me capita e spesso mi dico, ma se il bello di turno è quello che vince sempre e fa innamorare tutte perché non può farlo il timido e secondario personaggio? Così nascono le mie storie, sofferte, tragiche come i classici del Novecento, con tanta tensione, ma un lieto fine quasi sempre assicurato.

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

Il titolo del libro nasce dal dolore. Ho pensato che una persona quando soffre viene come segnata e quindi una piccola cicatrice rimane impressa, come un’ombra. Questo è il significato del titolo, le ombre nel cuore sono i dolori che non siamo riusciti a dimenticare o a perdonarci.

Cos’è per te un nuovo inizio?

Ogni giorno può essere un nuovo inizio. Non si deve mai perdere le speranze. Nella scrittura io intraprendo sempre nuovi inizi, quando una storia finisce, un’altra è pronta a nascere. Quando sei triste devi pensare che se scacci la tristezza vedrai cose nuove e diverse, quando hai dei sensi di colpa per azioni commesse o parole dette senza pensare, perdonare se stessi ti offere un nuovo inizio. Non si può cancellare ciò che è stato ma si può lavorare sul futuro.

Sullo sfonto del tuo romanzo c’è una Prato che tu conosci bene…

Sono molto legata alla mia città, Prato, un amore e odio che conservo da sempre. Quella città da cui vorrei fuggire, ma che mi manca quando sono lontano.

Mi piace ambientare i miei romanzi nella mia città natale perché la conosco bene e posso descrivere luoghi o locali che frequento da sempre, il mio vuole in qualche modo essere un tributo all amia infanzia, all’adolescenza e al presente.

I tuoi studi di giurisprudenza ti hanno influenzato nello scegliere una cornice giallesca al tuo romanzo?

I generi di cui scrivo sono molteplici, sia per tipologia che per fascia di età. Per quanto riguarda i gialli sicuramente i miei studi hanno influito e il mio lavoro influisce ancor più pesantemente. Ci sono storie che rimangono impresse nella mia mente e nel mio cuore, c’è lo studio della giurisprudenza che da sempre mi affascina e mi trascina, c’è la parte investigativa di non poco conto, diciamo una deformazione professionale.

Questa non è la tua prima pubblicazione e hai vinto diversi concorsi, come sei arrivata alla Placebook?

Ho pubblicato molti libri con altre case editrici e in self. Alla Placebook sono arrivata tramite un’intervista fatta a un’autrice della Casa Editrice, l’hanno scorso conducevo insieme a un amico un programma, chiamiamolo così, nel quale intervistavamo autori emergenti. Mi è molto piaciuto il lavoro fatto e il supporto dato all’autrice tanto da indurmi a tentare inviando questo manoscritto.

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Progetti letterari futuri?

Ho in programma delle pubblicazioni nel 2023, un fantasy per ragazzi e un horror, primo e unico libro del genere da me scritto. Tanti lavori in divenire e la testa piena di fantasie.

E desideri da realizzare?

I desideria sono tantissimi, al momento vorrei avere un pò più di gratificazione per il lavoro che faccio, magari una recensione ogni tanto non sarebbe male.

In ultimo mi auguro di non perdere mai la voglia di sognare e che questi sogni mi portino a continuare su questa strada.

Bianca Folino