La cioccolata calda, “oro nero” realizzata a base di fave di cacao inventata dai Maya non era consumata solo dai ceti sociali alti della popolazione, cioè da religiosi e politici. Era una bevanda di tutti. Un recente studio ha trovato tracce di cacao anche nei pezzi di ceramica utilizzati quotidianamente dai cittadini e non solo, come si credeva una volta, nei vasi molto decorati riservati alla popolazione più ricca. La cioccolata era quindi un piacere per tutti.
La coltivazione della pianta del cacao risale a tre mila anni fa e furono proprio gli Olmechi, antica civiltà messicana ad iniziarla anche se la sua diffusione fu ad opera dei Maya che la utilizzarono come alimento, bevanda e anche come moneta. Le fave di cacao erano merce di scambio per prendere altri beni. E quando arrivò Cortès fu proprio lui a notare I magazzini della capitale pieni di fave di cacao, considerate così preziose da essere usate come moneta. Infatti uno schiavo valeva 100 chicchi e una notte con una cortigiana 12 chicchi.
Il nuovo studio dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti ha dimostrato che anche gli strati più bassi della popolazione facevano uso di cioccolata. Gli autori delle ricerca hanno esaminato 54 frammenti di ceramica raccolti in una vasta area abitata da agricoltori nell’insediamento Maya El Pilar che si trova al confine tra Belize e Guatemala. Cocci di pentole e padelle sono stati esaminati tramite la tecnica della ionizzazione multifotone (con l’aggiunta di una risonanza) che ha messo in luce il 56 per cento di residui di cacao in questi utensili di uso comune. Questo confermerebbe quindi che non erano solo I politici o I clericali a consumare la cioccolata calda.
Com’è noto furono proprio I colonizzatori europei a sbarcare sul suolo pre colombiano portando con sè malattie sconosciute che attaccarono anche queste civilità. Vaiolo e influenza, scarlattina e morbillo, difetire e salmonella, tifo e parotite furono tutti virus che attaccarono quelle popolazioni prive di anticorpi e insieme alla forza militare sterminò intere civiltà. Del resto I cavalli dei conquistadores non erano mai stati visti prima in quelle terre. Le malattie si diffusero di tribù in tribù fino a cancallare il 95 per cento della popolazione precolombiana. Anche perchè la conquista fece precipitare la natalità tra gli indigeni, normali fenomeni in tempo di guerra. E’ noto inoltre che I conquistadores adottarano una sorta di anarchia sessuale: rapivano le indigene per renderle schiave. Fu così che imperi come quello Inco o Atzeco sparirono per sempre.
Redazione