Milano “con il cuore in mano”

Milan con el coeur in man, così si dice riferendosi al capoluogo lombardo come ad una città che accoglie e dona. E visto che la povertà, nuova o vecchia che sia, non è un favola per bambini ma una realtà che sta diventando ogni giorno più grave, entro fine anno l’amministrazione milanese aprirà 3 nuovi “food hub” ovvero centri per il recupero delle eccedenze alimentari, oltre al potenziamento dei cinque già esistenti.

In tutta Italia operano diverse realtà che si occupano di eccedenze alimentari e ridistribuzione delle stesse alle fasce di popolazione fragili, cioè ai poveri. In provincia di Monza e Brianza opera Banco Alimentare per esempio, con una rete di associazioni che ridistribuiscono il cibo a chi ne ha bisogno. E non cadiamo nel luogo comune che vorrebbe che queste eccedenze vengano destinate agli stranieri, perchè così non è ormai da tempo. I beneficiari sono famiglie italiane e istituti che si occupano di anziani a bambini, tipo comunità protette. Del resto da ormai due decenni non si parla d’altro che di crisi economica che si è fatta sempre più urgente e che ha riempito le mense destinate ai poveri, quelle della Caritas che sono sparse un po’ in tutta Italia e quelle milanesi, gestite dai frati e non solo.

Ecco perchè l’apertura del Food hub Cuccagna, del Municipio 4 (i Municipi sono una sorta di quartieri cittadini ndr) e dell’hub Selinunte del Municipio 7 diventano così importanti in uno scenario che si aggrava sempre più. Questi nuovi centri per le eccendenze alimentari si andranno ad aggiungere a quelli già attivi nel capoluogo lombardo: Isola del Municipio 9, Lambrate del Municipio 3, Centro del Municipio 19, Gallaratese del Municpio 8 e Foody Zero Sprechi nato all’interno del Mercato Ortofrutticolo milanese per recuperare il cibo fresco.

L’esperienza degli hub di quartiere è stata avviata nel 2019 dal comune milanese in collaborazione con Fondazione Cariplo, Programma QuBì, Assolombarda e Politecnico di Milano per incentivare il recupero delle eccedenze alimentari dai mercati comunali e dalla grande distribuzione e ridistribuirle al Terzo settore (associazioni che operano in campo sociale ndr) che aiuta le famiglie in difficoltà. Una vera e propria lotta allo spreco insomma, ma anche di contrasto alle nuove povertà. Nel 2023 sono state oltre 615 le tonnellate di cibo recuperate e redistribuite attraverso un milione e 230 mila pasti donati.

Cifre che fanno riflettere sugli sprechi ma anche sulle condizioni in cui le persone vivono quotidianamente.

Bianca Folino