Neve rosso sangue

Sonia Filippi la conosciamo per i suoi articoli che svelano misteri e curiosità di ogni genere. Ma sappiamo anche che è un’autrice targata PlaceBook Publishing & Writer Agency, per le sue storie che fanno parte della collana “Città in giallo” e per il romanzo “Il diavolo nei dettagli”. Ora è uscito il secondo della trilogia: “Neve rosso sangue”. Filippi è nata negli anni Sessanta nella provincia veneta dove tutt’ora vive. Suoi racconti sono inseriti in diverse antologie a tematiche Horror e Noir e ha partecipato al Salone di Torino 2023. Proponiamo ai lettori una sua breve intervista.

Questo tuo libro fa parte di una specie di saga, perchè hai scelto una trilogia?

L’idea di una trilogia è nata per caso. In realtà pensavo a un thriller unico, poi ho scelto come protagonista Eliza Tubbes la detective di Città in giallo. Perchè non crearle una vita antecedente ai gialli della collana? Così è nato Il diavolo nei dettagli, ma poi avevo delle idee che mi giravano in testa, incentrate su dei serial killer particolari, e così è nata la trilogia con protagonista una Eliza giovane e inesperta agli inizi della sua carriera di detective, con tutti i suoi demoni personali, e l’eredità psicologica della sua famiglia. Ho immaginato l’origine di una donna tormentata ma forte, che non si arrende, quella che poi si troverà nella saga Puglia.

Nel primo romanzo i protagonisti erano personaggi dei libri di fiabe in questo perchè hai scelto Babbo Natale?

La scelta del Babbino che tutti noi conosciamo è derivata da un racconto che scrissi parecchio tempo fa. Lì il colpevole era diverso ma l’idea mi era piaciuta molto, anche in conseguenza del fatto che sia le favole che l’origine del Natale e i suoi annessi e connessi non sono poi così candide e pure. Dietro la nascita delle fiabe si trova spesso un sottofondo maligno e fortemente violento, proprio perchè destinate a un pubblico adulto, in origine. Così pure per quanto riguarda Babbo Natale. La versione edulcorata è stata aggiunta successivamente e per ragioni puramente commerciali e di marketing. Tutto questo mi ha spinto a pensare che in fondo anche dietro qualcosa di così magico e apparentemente bello, ci potesse essere il male. Dietro le apparenze molto spesso si nasconde l’oscurità, quella che alberga in ognuno di noi. In linea ipotetica tutti potremmo essere dei serial killer. È solo una questione di scelta.

E il titolo come lo hai scelto?

Il titolo era diverso all’origine, ma poi, dato che la vicenda si svolge nel periodo in prossimità delle feste natalizie, la neve doveva essere un must, e avrebbe creato quell’atmosfera surreale tipica del mondo magico che gira intorno alla figura di Babbo Natale. Oltre che essere un deterrente negativo per le indagini che avrebbe reso l’atmosfera ancora più pesante, in modo da creare angoscia nel lettore.

Tu sei una scrittrice prolifica, che risultati ti aspetti dal tuo pubblico con questo libro?

Diciamo che ho tante idee in testa, una vita di idee, tutte nate da lunghi pomeriggi in solitaria, durante la mia infanzia. Sono sempre stata una bambina fantasiosa, creare mondi è sempre stato il mio gioco preferito. In fondo forse c’è la volontà di vivere tante avventure diverse, quelle che nella vita comune non ti capita di vivere. E poi la possibilità di essere chiunque tu voglia. In generale non mi aspetto mai niente, ogni più piccolo apprezzamento è sempre un grande dono. A volte non mi capacito di essere stata io a scrivere le cose che leggo. Come se ci fosse un alter ego insomma. È ovvio che in linea generale ogni scrittore si aspetta di avere un certo riscontro di pubblico, è il premio per la propria fatica. Ma credo che soprattutto uno scrittore, scriva per sè stesso.

Preferisci il romanzo a largo respiro o i gialli brevi di “Città in giallo”?

La mia scrittura è scenografica. Io descrivo le scene come le vedo, come se fossi lì e le stessi vivendo. Ripeto perfino a voce alta i dialoghi mentre li scrivo come se in effetti fossi la protagonista di quella scena. Per cui non vedo molta differenza tra l’uno e l’altro. È il genere che richiede questa scrittura. Un tempo martellante scena dopo scena, in modo da non lasciare respiro al lettore. E devo dire che è il mio genere. Ho sempre amato i romanzi con tanti dialoghi, serrati, incalzanti. Ora poi anche i gialli della collana non hanno più limite di battute per cui lasciamo andare la fantasia a briglia sciolta. La mia scrittura è stata paragonata spesso a una sceneggiatura. E credo sia un ottimo complimento.

C’è un collegamento tra i tuoi libri presenti nelle due collane?

Come ho detto prima, la trilogia è paraticamente il prequel della Saga Puglia, l’antefatto diciamo, quello da cui tutto partirà. Vengono introdotti molti personaggi che poi ci saranno anche nei gialli. Ho voluto rendere un tributo ad Eliza, un personaggio che i lettori amano molto. Soprattutto le donne, e con cui mi identifico.

Come promuoverai questo libro?

La promozione dei romanzi è sempre una nota dolente, le librerie non danno spazio agli scrittori emergenti. Purtroppo è toccato a quasi tutti noi autori di essere rifiutati. E questo demoralizza è inevitabile. Ma ci sono delle associazioni culturali, almeno qui, che con un piccolissimo contributo, davvero minimo, ci aprono le porte. Per cui credo farò delle presentazioni col nuovo anno, oltre che promuoverlo sulla rete, nel sito, e sul mio canale YouTube. Poi ho avuto spazio in alcune pagine fb dedicate alla cultura per cui approderò anche in quelle. Ma credo che il riscontro dei lettori sia la promozione migliore. E la loro fedeltà.

A cosa stai lavorando?

Ho un sacco di progetti in fieri. Sono a metà del terzo romanzo della trilogia e ho il decimo episodio della collana Città in giallo che mi gira affannosamente in testa e preme per uscire. Dopodichè mi dedicherò a un altro genere. Ho l’horror che sta protestando perchè lo sto trascurando. Naturalmente scherzo, ma davvero vorrei scrivere un romanzo horror, magari in collaborazione con qualche altro autore. Nei progetti c’è anche un fantasy, e udite udite anche un romanzo d’amore. Incredibile ma vero. Nel contempo devo creare sempre nuovi contenuti per il canale youtube, e scrivere articoli sul magazine Kukaos, trovando argomenti magari poco conosciuti o curiosi: mi dà molta soddisfazione oltre che essere un grande onore esserne una redattrice.

Bianca Folino