New World

Che ne sarà di noi tra 70 anni? L’ultimo romanzo di Claudia Filippini “New World. 2074 – Il grande Reset” prova ad immaginare scenari che per quanto inquitanti non sono poi così impossibili. Ma soprattutto non sono definitivi, anzi. Una storia di largo respiro, questa di Filippini, seconda anima della PlaceBook Publishing & Writer Agency, uscita proprio a Ferragosto. E su questa abbiamo voluto fare una breve chiacchierata con l’autrice.

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

Avevo in mente due o tre titoli e non riuscivo a decidermi quale potesse essere più adatto all’argomento trattato. Poi è venuto spontaneo dargli quel titolo, che mi è sembrato il più adatto identificando il periodo e la causa/effetto di quello che ho raccontato e ipotizzato.

E dove ti sei documentata per le tue ipotesi sul futuro?

Sono anni che osservo quello che sta succedendo nel mondo cercando di non farmi condizionare da ciò che sostengono i media o dalle opinioni di persone che ipotizzano scenari catastrofici. Mi sono sempre chiesta perché e soprattutto quale disegno si cela dietro alcune situazioni che sono state create… poi chi c’è dietro a tutto questo e cosa vuole ottenere. Potere? Denaro? Il controllo sull’Umanità già è stato messo in atto, lentamente e costantemente. Basta vedere come sono state condizionate le menti, mettendo gli uni contro gli altri, creando automaticamente discriminazione.

Il grado di cultura è arrivato ai minimi termini, il non voler vedere e il negazionismo una regola di vita. Io spettatrice e narratrice di una realtà che giorno dopo giorno aggroviglia il mondo in una tela di ragno che stritola e distrugge. Ti faccio un esempio: la Brics, un acronimo usato in economia internazionale che fa riferimento a Brasile Russia India Cina Sudafrica. È una moneta unica garantita dall’oro, a differenza del Dollaro e dell’Euro, sostenute da titoli di Stato, ergo carta straccia, insieme a prodotti come le terre rare di cui i maggior possedimenti sono ubicati in Russia, Cina e Africa. Sarà un attacco finanziario temibile e distruttivo per il resto della finanza mondiale che dividerà, non territorialmente, il mondo in due Blocchi? Fantasia mia? E chi lo sa!

Ti sei ispirata a qualcuno per creare il tuo personaggio principale?

Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo ho immaginato il personaggio come l’attrice di “Uomini che odiano le donne” Lisbeth Salander interpretata dall’attrice Noomi Rapace, donna dal carattere complesso, introverso e decisamente asociale. Comunque, dentro ogni personaggio che uno scrittore crea c’è sempre una parte di noi stessi.

Però è parente di un altro tuo personaggio…

Ho due “aguzzine” dentro di me, due personaggi che mi perseguitano mio malgrado: Miriam e Matilde. Loro vivono di vita propria e per quanto mi voglia distaccare da loro, riemergono mio malgrado. Sono quella parte di me che io non posso rinnegare. Spero con questo ultimo romanzo di averle messa a tacere.

Perché hai voluto questo legame?

Per mettere la parola fine a una lunga storia che doveva avere un epilogo. Mi auguro di essere riuscita a chiudere questo ciclo vizioso con loro.

La tua eroina sembra circondata da uomini e non tutti tracciati in positivo, ci spieghi questa scelta?

Le caratteristiche peculiari delle donne, a volte sono di gran lunga superiori a quelle degli uomini, solo che a volte non se ne rendono conto. Non sono né femminista né maschilista, analizzo i fatti per quello che sono e ne prendo coscienza. Al comando ci sono sempre stati più uomini che donne e viene con sé che siano quest’ultimi a mettere in atto azioni più o meno lecite.

Perché hai scritto questa storia?

La mia natura non sopporta imposizioni, soprusi, costrizioni e condizionamenti. È nata dalla rabbia, dall’impotenza e dalla presa di coscienza che, anche se volessimo non potremmo fare nulla rispetto a quello che sta accadendo intorno a noi. Secondo me questa è una realtà terribile di cui noi tutti siamo spettatori.

E che messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

Io sono una piccola cosa rispetto all’Universo di cui tutti noi facciamo parte. Non ho la presunzione di affermare che tutto quello che ho descritto possa un giorno avverarsi. Spero solo che alcune persone riflettano, scevri da tutto quello che vogliono farci credere. La cosa più difficile è ragionare con la propria testa, scegliendo tra il vero, il plausibile e il falso. Per me non farebbe una gran differenza, per loro sì.

Sarà una donna a salvare il mondo?

E chi può dirlo! Io non sarò più qui se accadrà, ma ci saranno i miei nipoti e mi auguro che si avveri il lieto fine che ho voluto fortemente vedere e raccontare. Me lo auguro per tutta l’umanità

Pensi che questa storia possa avere un seguito?

Sicuramente no. Mi è costata tanta fatica scrivere questo romanzo, per innumerevoli ragioni. Dall’immaginare gli scenari senza cadere nella fantascienza. Parlare di un futuro senza avere la minima cognizione di cosa potrà essere. Nello scrivere ho vissuto il malessere di una realtà ipotizzata. Ho sentito sulla mia pelle la rabbia, il dolore, l’impotenza. No, finisce qui.

Bianca Folino