Sull’intelligenza artificiale e altre cose

Si parla molto dell’Intelligenza Artificiale applicata allo scrivere. L’umanità sta abdicando anche quel poco di materia grigia che gli è rimasta. Leggo post su Facebook che pubblicizzano seminari sull’utilizzo di questo strumento per arrivare a produrre dei testi da pubblicare in self publishing… riporto le testuali parole del post: “Immagina di poter pubblicare libri di qualità a costo zero e di poter generare entrate crescenti senza dover lavorare ore interminabili.”.

Ecco, ritorna il mefitico inganno del risparmiare il tempo… oltre all’illusione che si possa (debba) arrivare a guadagnare denaro senza fatica, sacrifici o maestria.

Questo è uno dei modelli comportamentali che vengono immessi nelle menti umane, soprattutto quelle più giovani… che si trovano a sentirsi perennemente a disagio nei confronti di quelli che “ce l’hanno fatta”.

Ma fatta a far cosa? A diventare miliardari creando il nulla?

Un nulla, che si sta sostituendo all’etica umanistica… un’etica che viene sostituita da una cultura tecnologica, dove per tecnologia dobbiamo leggere: manipolazione del libero pensiero.

Già una trentina di anni orsono, parlavo di pensiero unico massificato… ora ci siamo arrivati… oltrepassando e di molto quella soglia.

Con l’ingresso nelle nostre vite della cosiddetta Intelligenza Artificiale, stiamo andando verso una deriva che porterà l’umanità a ridursi schiava più di quello che già è adesso.

Per tornare all’abominio dell’Intelligenza Artificiale legata allo scrivere, vi racconto un piccolo aneddoto: come molti di voi sapranno, per anni ho svolto il lavoro di ghostwriter per diversi portali, più o meno importanti… bene, qualche me fa mi è arrivata una mail da uno di questi, in cui mi si chiedeva se potessi partecipare a un progetto di revisione di testi generati da un’Intelligenza Artificiale… lo ammetto, ho riso e cordialmente rifiutato. L’avete voluta? Tenetevela.

Sono convinto che nessuna “cosa” potrà mai sostituire l’animo umano… creare emozioni come solo uno scrittore può fare… certo, potrà, tramite complessi algoritmi (o cose simili) copiare, elaborare e rivomitare qualcosa di similare, ma ciò che un autore o un’autrice sente dentro di sé… non è replicabile.

Sono anche scettico sui corsi di formazione per la scrittura creativa… è vero, esiste una tecnica all’interno del mestiere di scrivere… ma la sola tecnica genera topi morti… magari ben fatti, ma sempre topi morti restano.

Un qualcosa di artificiale non può sostituire il sentimento umano, perché esso, per sua natura è divino… dove per divino intendo unico e irreplicabile.

Dobbiamo imparare a utilizzarla la tecnologia, non a diventarne i suoi schiavi… anche se, purtroppo, credo che ormai sia un po’ tardi. Viviamo in un mondo dove si hanno incidenti stradali perché il conducente risponde a una chat di WhatsApp o a un messaggio sul cellulare… un mondo dove l’IO è diventato così grande da non capire che la vita lo contiene e senza di essa l’IO non esisterebbe nemmeno.

Al trillo del cellulare ci sentiamo attratti dal rispondere immediatamente, qualunque azione si stia facendo… quel trillo, per la stragrande maggioranza degli esseri umani, è la conferma che esistono… che sono importanti perché qualcuno li sta chiamando… pensate che fregatura quando si accorgeranno che è un disco di qualche call center.

Fabio Pedrazzi