Potpourri

Si intitola “Potpourri” ed è la nuova raccolta di racconti di Elisabetta Turricchia che fa stabilmente parte della squadra di autori targati PlaceBook Publishing. Turricchia, classe 1956, è nata e vive a Imola dove lavora come educatrice per conto di una cooperativa sociale. Ha sempre amato scrivere, fin da bambina e da tempo ha realizzato il sogno di vedere i suoi scritti in formato di libro, pubblicando con diverse case editrici prima di incontrare la PlaceBook con la quale ha edito diversi testi. L’abbiamo intervistata per i lettori di Kukaos.

Raccontaci qualcosa di te, o se preferisci presentati ai lettori…

Sono nata nel lontano 1956 a Imola, sono nonna di quattro splendidi nipoti. Ora sono in pensione dopo aver esercitato la professione di educatrice con bambini disabili nelle scuole. Amo molto leggere soprattutto libri gialli, mi piace andare al cinema e a teatro. Per 8 anni ho frequentato un laboratorio teatrale che mi ha aiutato molto ad esprimere le mie emozioni.

Come è nata la tua passione per la scrittura?

Fin da bambina mi divertivo ad inventare storie e un mio grande desiderio era quello di pubblicare un libro.

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

Ho pensato di intitolarlo Potpourri perché è un antologia di racconti molto diversi tra loro, come un miscuglio di fiori e frutti, che riescono a trasportare il lettore in paesi esotici o in luoghi magici creando sensazioni ed emozioni capaci di allontanarlo dalla realtà.

Ti piacciono i contrasti anche emotivi?

I contrasti sia emotivi che reali sono essenziali per creare nel lettore delle aspettative che possono essere positive o negative secondo il contesto.

Prediligi la forma del racconto quando scrivi?

La forma di scrittura che scelgo dipende dal tipo di racconto poiché mi oriento in diversi generi. Possono essere storie fantastiche, narrare di avventure mai vissute, di amori impossibili e popolati da personaggi immaginari capaci di trasportare il lettore in un altra dimensione.

Come procedi, fai una scaletta oppure utilizzi un altro metodo?

La storia nasce da un idea che può sorgere ascoltando una canzone o vedendo un immagine. Il libro prende forma e sono i personaggi che creo che mi conducono per mano cambiando spesso il finale che mi ero prefissata.

Che messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

Vorrei che i lettori quando leggono i libri che ho scritto possano estraniarsi dal mondo circostante e fare parte integrante delle mie storie.

Hai già avuto qualche riscontro dopo la pubblicazione?

Senza un nome già noto è difficile sfondare nel mondo dell’editoria in quanto ci sono scrittori molto bravi e i lettori a volte si trovano disorientati nelle scelte. Comunque ho sempre avuto risposte positive da parte di chi ha letto le mie pubblicazioni.

Questa non è la tua prima esperienza editoriale, come hai trovato la Placebook?

Con la PlaceBook mi sono trovata molto bene in quanto si può dialogare tranquillamente con gli editori e trovare insieme le soluzioni migliori. Infatti ho pubblicato anche “L’equilibrista”, un libro che narra le vicende di Carlotta alle interno della propria famiglia e “Occhi di ghiaccio”, un libro giallo che vede protagonista un ispettore che conduce le indagini per trovare il colpevole di due omicidi.

E che genere di esperienza è stata?

Sicuramente una esperienza positiva che consiglio a chiunque voglia intraprendere questo viaggio.

Bianca Folino