Il paesino di Yellspilld ebbe l’onore di essere collocato in una cartina geografica soltanto nel 1970. Era talmente piccolo, che fino ad allora era sempre stato ignorato. Si trovava ai piedi dei monti Grampiani non molto lontano dalla cittĂ di Fort William, in Scozia. Eppure a inizio secolo Yellspilld, fu teatro di uno degli episodi di cronaca inglese piĂą macabri fino ad allora conosciuti. Gli avvenimenti che stiamo per raccontarvi sono caduti nell’ oblio come il villaggio in cui sono avvenuti e hanno ormai assunto la patina di una leggenda, o creepypasta, come vengono oggi catalogati tutti quegli accadimenti che sconfinano nell’horror e nel surreale. Ma andiamo con ordine.
Nel 1909, gli abitanti del paese erano circa 90, del resto le condizioni di vita erano del tutto inospitali. Le uniche attivitĂ erano legate alla pastorizia e alla cura di ben poche coltivazioni che il luogo permetteva. La maggior parte delle abitazioni si trovava a valle di una montagna, il Ben Nevis, che era occupata da poche baite, usate soltanto d’estate, durante la transumanza delle greggi, e inaccessibili durante il periodo invernale. Nel novembre di quell’anno, una donna e una bambina, Emily appunto, scomparvero dal villaggio. La loro assenza venne notata inspiegabilmente tardi, dagli altri abitanti e solo allora iniziarono le ricerche. Ma delle due non vi era traccia. Alcuni volontari si spinsero fin sulle alture, pensando che madre e figlia fossero arrivate fin lĂ per qualche motivo sconosciuto. Ma la spedizione non diede nessun riscontro, anzi tre di loro perirono a causa di una slavina, dopo essersi spinti fino all’altezza di 800 metri. Si decise di interrompere la spedizione pensando di ritentare alla fine dell’inverno, con la consapevolezza che la donna e la bambina sarebbero sicuramente perite durante la stagione fredda. Il marzo dell’anno seguente, 17 abitanti del villaggio, partirono nuovamente verso le alture per andare a recuperare i corpi delle disperse, di certo mummificati a causa del gelo.
Ma quello che trovarono li scioccò. Madre e figlia erano in uno dei rifugi, come avevano supposto, la donna era morta mentre la bambina, era ancora viva. Dell’adulta rimanevano delle ossa sparse, alcune avevano dei pezzi di carne attaccati con ancora presenti i morsi della bambina. Sì avete capito bene, in tutto quel tempo la ragazzina si era nutrita del corpo della madre. Il tutto era decisamente surreale. Difficilmente una bambina così piccola sarebbe riuscita a sopravvivere da sola in condizioni così estreme. Nella casa, infatti, furono trovati almeno 10 quintali di legna tagliata di fresco e nel retro delle orme di scarponi maschili. Inoltre la baita portava segni di manutenzione. Gli abitanti del villaggio cercarono di interrogare la superstite per scoprire qualcosa, ma dalla sua bocca uscivano soltanto suoni gutturali e nulla di intellegibile. Di questa terza persona, non si scoprì mai nulla. PiĂą avanti la ragazzina, riuscì a confermare agli abitanti, che la madre era morta dal freddo e lei si era nutrita della sua carne. Per quanto riguarda quella misteriosa presenza, Emily si rifiutò sempre di parlare, e ogni volta che si tentava di entrare in argomento, aveva delle crisi di ansia e terrore. Anche lei sparì dopo qualche tempo, lasciando negli abitanti una sensazione di paura e che qualcosa di macabro avesse sfiorato le loro vite.
La storia, ai nostri giorni, ha assunto quasi il sapore di una leggenda, ma c’è chi giura che sia realmente accaduta. E voi la conoscevate?
Sonia Filippi